Per te, papà, che sei stato giostra, montagna, letto.
Non potevo che scegliere p di papà come primo libro da raccontare nel mio blog. Non solo perché oggi è la festa del papà e questo libro è una vera celebrazione di tutti i papà ‘possibili’ ma soprattutto per alcune ragioni personali che l’hanno legato indissolubilmente agli ultimi tre anni della mia vita.
p di papà è stato il primo albo illustrato che ho comprato, ancora prima che Luka nascesse. Nell’anno accademico 2012/2013 frequentavo a Capodistria, in Slovenia, un corso di letteratura per l’infanzia del professore Livio Sossi, un corso che mi ha completamente aperto gli occhi sull’universo dei libri per bambini. Ricordo come fosse ieri il mio smanioso prendere appunti, segnando tutti i titoli degli albi illustrati e i nomi delle case editrici di cui parlava il professore. p di papà e Topipittori erano ben sottolineati in quegli appunti.

È stata una vera fortuna avere questo libro con me durante i 9 mesi di attesa del mio piccolo Luka. Meglio di tanti manuali per papà perfetti o ‘imperfetti’ esso mi ha spinto a riflettere sulle tante nature di un papà. Cos’era un papà per me prima di diventarlo io stesso? Come mi immaginavo da futuro papà? A queste domande p di papà risponde con un catalogo, una lista di alcune forme possibili di paternità. Tra queste sfido qualunque padre a non riconoscerne tante legate al proprio ricordo di bambini, altre desiderate e visualizzate prima di diventare genitori e infine le tante vissute da neopapà.
Un libro-catalogo (è questa la tipologia testuale dell’albo) suona però un po’freddo per questo libro che può essere letto in tanti modi diversi, come avviene sempre con i migliori albi illustrati. Un modo, per esempio, è di recitarlo come una filastrocca, rigorosamente in rima baciata. Isolando il testo dalle illustrazioni ecco cosa ne viene fuori:
papà ombrello papà aeroplano
papà maggiordomo papà guardiano
papà gru papà trattore
papà poltrona papà motore
papà rifugio papà letto
papà salvagente papà bagnetto
papà cioccolato papà colazione
papà segreto papà emozione
papà ambulanza papà mattino
papà montagna papà cerottino
papà giostra papà cavallino
papà tunnel papà piccolino!
Ogni verso corrisponde al testo scritto in ogni doppia pagina. Ogni doppia pagina gioca sempre con la dualità: due coppie di sostantivi (papà ombrello / papà aeroplano), due coppie di papà-figlio (o figlia), due colori diversi per l’adulto e il bambino…
Tutto molto semplice, no? Tutto a portata di bambino, anche del più piccolo che non potrà che apprezzare l’iterazione della parola papà, del tratto stilizzato delle illustrazioni, dei colori che si ripetono con piccole sfumature tonali e dell’armonico e rilassante contrasto tra gradazioni diverse dello stesso colore o tra colori complementari (vedi il blu e l’arancione). La semplicità del testo verbale di Isabel Minhós Martins e di quello iconico di Bernardo Carvahlo diventano il punto di forza dell’albo e dal dialogo dei due linguaggi nasce il racconto molto profondo e complesso di alcune delle possibili relazioni tra un padre e un figlio. Questo racconto diventa per il piccolo lettore un bellissimo gioco di rispecchiamento, un invito a ritrovare il proprio papà nelle figure ma anche lo spunto per imitare alcune situazioni non ancora provate. Ogni pagina col suo bravo papà ‘oggetto’ alimenta la relazione affettiva e regala al bambino un lessico famigliare con cui poter raccontare a se stesso tutte le emozioni che si provano insieme al genitore: la gioia di guidare un trattore sopra il fango e quella di leggere sulla poltrona più comoda del mondo, la dolcezza di un morso di papà al cioccolato e quella di un bacio al mattino, l’adrenalina di salire su un papà montagna o su un papà giostra. Non è un catalogo delle sole emozioni positive ma anche di quelle negative che spesso vengono taciute: la paura di cadere, l’insicurezza dei primi passi, il bisogno di un rifugio (un papà rifugio), il dolore causato da un papà punizione e quello conseguente una caduta (papà cerottino). Tutta questa gamma di emozioni è rappresentata da Carvalho con semplici variazioni nelle linee delle bocche o degli occhi, in un campionario di gesti che sembra ricordarci quanto sia importante il linguaggio non verbale per comunicare l’emotività.
Per un bambino questa lettura diventa spontaneamente un gioco (un gioco molto importante!) e noi genitori non potremo rifiutarci, appena chiuso il libro, di far salire i nostri bambini a cavallino, di diventare salvagenti, ambulanze, tunnel. Leggere ai nostri figli significa anche far vivere i libri fuori dalle pagine.
Il piacere di leggere è il piacere di stare insieme!
Se per i bambini ho parlato di lettura ludica per gli adulti parlerò invece di una lettura che diventa riflessione sul proprio ruolo e sull’esperienza di padre, una vera guida a 360 gradi alla scoperta delle tante p di papà di cui siamo consapevoli o meno. Lo farò parlando di me.
Uno dei pensieri costanti da quando sono diventato padre è molto legato all’immagine nel frontespizio di p di papà: un papà, un bambino, una sola ombra. Spesso mi domando quanto io voglia che mio figlio sia simile a me e quanto questo sia giusto, ben sapendo che Luka diventerà (lo è già) una persona molto diversa da me. Spesso sento di sovrastarlo troppo, di essergli troppo addosso, di non mettermi alla sua altezza. Spesso sono capace di essere solo papà guardiano e non papà aeroplano.
Nei primi 6 mesi di Luka mi sono sentito troppo papà ambulanza e poco papà giostra. Sfortunatamente Luka è nato con un problema al rene, è stato operato da piccolissimo e in quei 6 mesi ha dovuto portare un catetere. Io ero sempre sotto pressione, troppe volte dovevo essere papà cerottino e mai papà cavallino. Ma sono stato papà letto tantissime volte e questo sarà per sempre uno dei ricordi più belli dell’essere diventato papà. E a questo ricordo ho legato quello del mio papà letto, un letto grandissimo, comodissimo!
Fortunatamente Luka è stato operato nel giugno del 2014, abbandonando per sempre quel tubicino che gli impediva tanti movimenti, tanti giochi. Presto ha iniziato a gattonare. A un anno, grazie a mamma e papà motori, ha fatto i suoi primi passi. E io non ho più smesso di essere papà giostra.
Ho parlato di semplicità a proposito di quest’albo. Semplicità come mezzo per dare forma a tutta la complessità del rapporto tra un padre e un figlio. Grazie a questo dialogo tra semplice e complesso il libro può essere offerto a bambini molto piccoli, anche sotto i tre anni indicati dalla casa editrice, e può essere apprezzato e amato dagli adulti disposti a guardarsi dentro e a diventare trasformisti per la gioia dei loro figli. I genitori potranno recitarlo come una filastrocca già durante la gravidanza e poi nei primi mesi. Tutte quelle p di papà li aiuteranno a dare un suono, un’immagine alla loro visione di paternità. E molto presto potrà iniziare la lettura di parole e illustrazioni col piccolo tra le braccia. Ma attenzione a non fermarsi dopo l’ultima pagina! Il gioco di essere papà continua ogni giorno, tra risate, grida, corse, trasformazioni…
… perché un papà è fatto per essere usato e riusato… tanto “non si rompe mai!”
- p di papà di Isabel Minhós Martins (testo) e Bernardo Carvalho (illustrazioni)
- Topipittori 2011. Collana: I grandi e i piccoli
- Traduzione: Topipittori
- Progetto grafico: Planeta Tangerina
- Pagine 32 in formato 21 × 23
A chi volesse approfondire consiglio la lettura di Alla lettera p, la recensione di Giulia Mirandola sul Catalogone 5. Le parole e le immagini (pp 72-75) che trovate in pdf qui.
Complimenti per questo pezzo di altissima qualità! E grazie per avermi ricordato che ho un regalo da fare…
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Che emozione, il primo commento è il tuo, cara Alessandra! Grazie!
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bellissimo! grazie 🙂 ti ho “incontrato” per caso tramite un amico che ha pubblicato la notizia del tuo blog, ti seguirò per scelta perché bambini libri storie illustrazioni…sono le cose che più amo
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Ciao Piero, ho trovato il tuo blog in un post della Biblioteca San Giorgio di Pistoia, essendo da pochi mesi “babbo” mi hai prima incuriosito e poi conquistato con i tuoi primi due articoli.
Questo libro lo prenderò come dici tu sia per lei che per me.
La mia piccola avrà giustamente una propria personalità ma spero che diventi una buona lettrice come il babbo-libro 🙂
Ad maiora.
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P di Papa’ e P di Piero!
Caro Piero, anche per noi è stata una delle prime scelte in libreria!
Mio marito metteva la sua adorata principessa con le piccole spalle appoggiate al suo petto e le bambine protette dalle sue lunghe gambe e così, seduti insieme, leggevano P di papa’ con i ciuffetti che a volte li solleticavano il naso, perché lei si girava di continuo fra il libro che aveva di fronte e il suo papa’ che la abbracciava da dietro.
Era il loro momento speciale, ricordo la dolce rumorosità di quei bacini e le parole di mia figlia : “Papa’, ancora!”
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