Liberatemi! Un libro imprinting

Se p di papà, il primo libro di cui vi ho parlato, è stato il mio libro imprinting per scoprire il linguaggio dell’albo illustrato e riflettere sulla paternità, Liberatemi! di Alex Sanders è stato un libro imprinting per Luka. In questo articolo vi racconto il perché.

Imprinting:

  1. TS etol. apprendimento di modelli di comportamento da parte degli animali che si verifica nei primi giorni di vita, dovuto all’imitazione dei genitori o all’addestramento umano
  2. CO fig. educazione, formazione originaria

(da Il nuovo De Mauro, dizionario online sul sito di Internazionale)

Nella prima definizione del termine si parla di apprendimento nei primi giorni di vita. Nella seconda accezione, dal linguaggio comune, imprinting significa educazione, formazione originaria. Sono concetti che si sposano perfettamente al percorso di educazione alla lettura iniziato con mio figlio fin dalla sua nascita. I primi giorni di vita in questo percorso diventano i primi tre anni, i “primi mille giorni di vita” di cui parlano Rita Valentino Merletti e Luigi Paladin nel saggio Nati sotto il segno dei libri.

Cosa succede in questo lungo periodo, quando e se i libri diventano parte integrante della quotidianità di un bambino?

Tutto il mio corpo partecipa alla lettura

(R. Barthes, citato in “Albi illustrati. Leggere, guardare, nominare il mondo nei libri per l’infanzia” di Marcella Terrusi. Carocci 2012)

Nel suo primo anno Luka è stato subito circondato dai libri. Ne avevamo una decina ed erano sempre sparsi in giro per casa: a terra, sul divano, sulle sedie, a tavola… In questi libri non c’erano vere e proprie storie ma tante immagini, elenchi di oggetti, animali, ma soprattutto c’erano finestrelle, buchi, superfici ruvide o lisce, cursori per far muovere le figure… Questi libri erano per Luka oggetti da esplorare con tutti i sensi. Erano oggetti con cui giocare alla scoperta del libro.

Un libro per un bambino molto piccolo deve diventare familiare, deve fargli fare delle azioni, deve essere toccato, accarezzato, assaggiato, lanciato in aria. Attraverso una lettura sensoriale si crea il primo piacere legato alla lettura.

Se all’esplorazione tattile accompagniamo la nostra voce che nomina gli oggetti, che invita a scoprire chi si nasconde dietro le finestrelle o a far muovere le figure, che recita filastrocche mentre il bambino guarda dentro un buco che diventa il sole, allora il contatto con i libri diventa un’esperienza gioiosa sia per i genitori sia per i bambini. Vedere quotidianamente l’incontro tra Luka e i libri è uno dei ricordi più belli del primo anno. Vedere le sue mani crescere e gradualmente diventare capaci di prendere un libro per poi girare le pagine è un’esperienza difficile da spiegare a parole.

Il primo imprinting per Luka è stato quindi la scoperta dell’oggetto libro e il piacere, tutto fisico, che ne deriva. Ma quando è avvenuto il passo successivo, la scoperta che dentro i libri ci sono storie? Quando e come Luka ha scoperto cos’è una storia?

Dopo il primo anno di letture ‘sensoriali’, cominciai a pensare che fosse giunto il momento di una bella storia. Ma quale storia potevo leggere a Luka, ancora così piccolo? Quale storia avrebbe catturato anche me? Non è facile trovare degli albi narrativi per bambini molto piccoli che appassionino anche gli adulti.

Nel marzo 2015 un giorno in libreria un libro catturò la mia attenzione. Dalla sua copertina, o meglio da dietro la copertina, un orsetto implorava di essere liberato. Proprio così, perché la copertina era anche una prigione! E il titolo del libro era la voce dell’orsetto che gridava LIBERATEMI!

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… il libro è un oggetto che delimita un blocco di spazio. Per attraversare questo spazio occorre sfogliare le pagine dalla prima all’ultima… Per entrare in questo spazio bisogna aprire la copertina, che è come una porta che permette l’attraversamento del libro (Bruno Munari)

Una copertina per liberare una storia, un titolo che è già l’inizio della storia. Non male, pensai, per un libro indirizzato a bambini molto piccoli (da un anno per Babalibri che l’ha pubblicato in Italia nel 2008, 0-3 anni per L’école des loisirs che l’ha pubblicato per la prima volta nel 1996). Ricordo che bastò quella sorpresa iniziale per portare il libro a casa e leggerlo a Luka. E ricordo molto bene come, fin dalla prima lettura, Luka rimase stupito e subito coinvolto. Queste cose un genitore le percepisce guardando bene gli occhi del suo bambino, osservando il suo linguaggio non verbale. E ricordo che abbiamo letto Liberatemi! per molti mesi a seguire.

Non vi ho ancora raccontato la storia dell’orsetto, una volta liberato dalla prigione-libro. Dopo il tempestivo intervento del lettore l’orsetto lo ringrazia e decide di fare una bella passeggiata nel bosco. Ama raccogliere fiori nel bosco… “tanto Coccodrillo non c’è…”. Orsetto guarda il lettore, fiducioso e allegro, del tutto ignaro che nella seguente doppia pagina il coccodrillo c’è veramente e se lo vuole mangiare…

L’immagine del coccodrillo e l’affermazione dell’orsetto “Se arrivasse… mi mangerebbe in un boccone!” creano un momento di grande tensione per un bambino molto piccolo, una tensione che cresce nelle due doppie pagine successive con due sequenze da brivido

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Raccontato così questo libro potrebbe sembrare troppo pauroso, con questo coccodrillo vorace e affamato e il povero orsetto terrorizzato. Io credo che la paura possa e debba essere gestita fin da piccoli, e un buon libro può aiutare a viverla dentro la finzione, viverla accanto a papà e a mamma e trasformarla in un gioco. Un gioco che nel finale di Liberatemi! diventa addirittura gioco di astuzia, occasione per il piccolo protagonista di dimostrare il proprio coraggio e la propria fantasia nel risolvere il tremendo guaio in cui si trovava.

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Orsetto ritrova la stessa gabbia in cui era prigioniero e, nascosto dietro le sbarre, invita il coccodrillo ad avvicinarsi. Il bestione adesso guarda noi lettori, come nella prima di copertina faceva l’orso. Confuso, spiazzato, non sa cosa fare. Un attimo di esitazione che gli costerà la libertà. Con un sonoro clac! orsetto lo chiude in gabbia. Per avere un’idea del suono che fa il libro quando si chiude guardate Luka in questo video, un trailer che ho fatto per il mio seminario “Che cos’è un papà-lettore?”. Nel video Luka racconta la storia a modo suo. Non leggevamo il libro da più di un anno, ma evidentemente la storia era dentro di lui da tanto tempo…

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Se la prima di copertina era la soglia da attraversare per entrare dentro il libro e attivare la storia la quarta diventa l’uscita dal libro, la fine della storia. Tutto questo accade col semplice gesto di girare una pagina e chiudere il libro. Dietro questo gesto sono racchiusi tutti i significati più importanti che possiamo dare a quello che le storie fanno ai nostri bambini e quello che gli fanno fare: li fanno emozionare e li invitano a giocare col testo, gli mettono paura e gli danno la possibilità di rinchiudere in gabbia quella paura. Una storia, raccontata in un buon libro, ideato e progettato dal punto di vista dei bambini, rende la letteratura un bel luogo da abitare, un bosco da attraversare giocando a sconfiggere la paura.

Libro!

Mi piace come ti apri.

Le tue pagine so girare.

Mi piace come ti chiudi.

(Libro! di George O’Connell. Traduzione di Rita Valentino Merletti. Interlinea 2006)

A proposito degli effetti che i libri hanno sui lettori Beniamino Sidoti parla dell’essere un lettore in gioco: “Il bello di essere un lettore in gioco è che la lettura non finisce dove finisce il libro, ma continua e dura e diventa un tempo lungo di condivisione, creazione, esplorazione. Perché è un’esperienza della vita, e prosegue nella ricchezza e nella pienezza della nostra vita” (da Lettori in gioco, di Beniamino Sidoti e Alessandra Zermoglio. Sonda 2015)

Proprio così, la lettura non finisce una volta chiuso il libro… Dopo diverse letture di Liberatemi! Luka, un giorno, ha detto una delle sue prime parole: COCCO. Dopo Liberatemi! abbiamo iniziato il gioco di papà COCCOdrillo che vuole mangiare Luka orsetto e viceversa, scambiandoci i ruoli. Dopo Liberatemi! Luka ha iniziato ad amare non solo gli eroi ma anche gli antagonisti, i cattivi… sono ormai due anni che ama fare la parte del mostro che mangia papà!

Dopo Liberatemi!, quest’albo perfetto, Luka non ha più smesso di amare le storie…… ma questa è un’altra storia e ve la racconterò un libro alla volta, qui su BABBO RACCONTAMI.

Per approfondire:

  • Nicoletta Gramantieri dedica tre pagine a Liberatemi! nel saggio L’albo illustrato e il suo lettore (pp. 213-216), in Ad occhi aperti. Leggere l’albo illustrato a cura di Hamelin (Donzelli 2012). Ecco un estratto: “Liberatemi! è dunque molto più della storia che narra. E’ un libro dalla forma quasi quadrata, le pagine sono di cartone molto spesso e hanno gli angoli arrotondati. Queste caratteristiche fisiche lo rendono adatto a essere maneggiato da piccole mani ancora inesperte e maldestre […] I colori saturi, piatti, i contorni delle immagini ben definiti, l’articolazione netta di sfondi e primi piani, la chiara organizzazione delle pagine rendono il libro fruibile da bambini molto piccoli”
  • Il ruolo attivo del lettore piccolissimo, recensione di Angela Dal Gobbo su LiBeR 82
  • “Quanti colori” e “Pronto?” di Alex Sanders. Recensione di Libri e Marmellata
  • Biografia e bibliografia (in francese) dal sito della casa editrice l’école des loisirs

 

 

2 pensieri riguardo “Liberatemi! Un libro imprinting

  1. complimenti all’autore..Piero Guglielmini, che dimostra anche in questo articolo una capacità di approfondimento non comuni riguardo alla relazione con il mondo interiore del bambino così piccolo ed alla ricerca del mondo esterno attraverso immagini immediate e portatrici di chiarezza e sentimenti riguardo al comportamento con il mondo altro..

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