Mondo Matto e i 4’33’’

di Margherita (Maguy) Garzya

Il maestro della BBC Symphony Orchestra sale sul palco. Uno scroscio di applausi invade il teatro. Lui saluta il pubblico con un inchino, sistema il leggio. Pone la mano sinistra sul cuore, in quella destra ha una bacchetta bianca. Avvia il bastoncino ad un moto leggero che va verso l’alto. Poi, lo fa ritornare indietro, vorticosamente.

Il maestro rimane immobile, l’orchestra ferma. La musica non parte. Il silenzio spiazzante della performance invade il teatro…

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I 4’33” di John Cage sono un inno al silenzio che parla, che si muove, che suona melodie sconosciute, vicine e lontane. Questi lunghissimi minuti portano ad un grottesco straniamento, ad un pudico imbarazzo perché vanno verso un altrove sconosciuto a cui non siamo abituati, perché invogliano ad ascoltare il silenzio. L’esito conseguente è ridere, sperimentare suoni, tossire volontariamente per il disagio. L’effetto è da ascensore. O è il voler partecipare attivamente allo spettacolo. Il silenzio di Cage è un gioco magico che turba e che vuole turbare. Un silenzio che crea comunque qualcosa: che può stimolare una carrellata di emozioni, di significati, di riflessioni, di azioni… Un silenzio non vuoto.

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E il silenzio non vuoto è proprio quello che si ascolta scorrendo le pagine del Mondo matto di Atak, prezioso silent book edito nel 2010 da Orecchio Acerbo. Un albo illustrato che apre con un rap (l’esilarante Rap delle bugie) ma che di fatto è poi composto da sole immagini (che parlano senza parlare).

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Un topolino, che ricorda il primo Mickey Mouse disneyano (quello muto), traghetta gli spettatori di questo libro in ogni tavola e li accompagna in un’altra dimensione, quasi teatrale, che ha dell’assurdo. Mickey ci conduce verso una realtà capovolta rispetto a quella a cui siamo abituati. Il luogo in cui si viene accompagnati sembra proporsi in risposta al contesto in cui siamo immersi, dove troppe sono le parole vuote, logore, retoriche, stereotipate. L’albo è una denuncia costruttiva alla società dei nostri tempi: permette, ad esempio, di aprire lo sguardo a temi di rilievo ecologico (attraverso la rappresentazione di scenari apocalittici) oppure invita all’azione, ad aprirci a nuove possibilità, andando oltre i nostri soliti pregiudizi.

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Mondo Matto di Atak è:

  • un libro apparentemente facile ma in realtà molto difficile (non si smette mai di scoprire nuovi particolari!), ironico ma che riflette su argomenti di rilievo. Si rivolge volutamente a tutte/i e a qualsiasi età (chiaramente l’approccio cognitivo al libro cambia a seconda dell’età!). La sua peculiarità è proprio quella di essere adatto a vari contesti (può anche essere utilizzato da educatrici/ori, maestre/i e professoresse/ori, formatori, managers aziendali ecc. come pre-testo per avviare una riflessione su alcune tematiche rilevanti o per intraprendere un’attività laboratoriale).
  • un libro irriverente che invoglia sia l’adulto che il bambino a pensare in maniera non banale ma complessa e che veicola un mondo matto e fantastico, compiacente ed alleato con i più piccoli e che riporta i grandi al concetto di creatività (così come lo intendeva Munari). Le scene che vi si rappresentano sono tutte ricercate, raffinate, piene di stimoli, di colori, di personaggi, di animali, di citazioni…osservare per credere.

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I disegni di Atak tendono, quindi, a far riflettere. Ci si  domanda: “un urlo muto di Munch fa più effetto di un urlo vero?”. Atak arricchisce i suoi disegni con tanti dettagli, quasi riproponessero il frastuono dell’oggi, talmente sono pieni di cose, oggetti, personaggi. Ed è proprio il soffermarsi su queste “scene capovolte” (un bambino imbocca la sua mamma, un punkabbestia dona qualche soldo ad un manager, un leone girovaga tra i ghiacciai) che fa la differenza.

Tutto l’albo illustrato è un viaggio conscio apparentemente muto che termina con l’embrione di un nuovo personaggio: come a voler aprire a nuovi mondi possibili, a voler esortare alla responsabilità e alla  partecipazione corale per andare verso nuovi orizzonti, nuovi racconti,  nuove storie. Atak, con il suo albo fantastico, ci esorta all’empowerment, invogliando il suo pubblico a nuove risoluzioni di cui tutti insieme si possa essere i protagonisti. Mondo matto non vuole solo farci ascoltare il silenzio ma vuole farci guardare oltre la siepe.

Atak (con i suoi disegni ricercati e di orwelliana memoria) e Cage sembrano dirci: “andate oltre ciò che appare. Scoprite, ascoltate, guardate, riflettete, capovolgete il vostro sguardo con ironia e creatività, soprattutto, agite contro il mono-pensiero dominante di questa società liquida e SALVATE IL MONDO!“.

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